Ennesima sconfitta. Poteva essere la partita di un possibile rilancio e invece no. Il Paceco, al triplice fischio, si ritrova ultima a 7 punti, in coabitazione con l’Isola Capo Rizzuto (che ha pareggiato con la Vibonese) con l’aggravante di aver perso lo scontro diretto all’ottava giornata. Sembrava essere un pomeriggio differente perché i rossoargento si erano portati in vantaggio sul tramonto del primo tempo grazie alla prima rete in D di Blandina, caparbio a metterci un piede su un pallone che sembrava destinato al portiere. Il Paceco sembra gestire il vantaggio perché ha di fronte un Messina che mira soprattutto a consegnare palloni direttamente in area di rigore con lanci che la dicono lunga sia sulla propensione dei peloritani a trovare il varco che sull’ordine della retroguardia locale. Il (doppio) suicidio si concretizza nello spazio di tre minuti con due calci di rigore: prima Pizzolato, con un intervento scriteriato, atterra Yeboah spalle alla porta. Lo stesso attaccante viene messo giù dal neo entrato Gastone. Ragosta è implacabile e trasforma scegliendo due opzioni differenti che tagliano fuori l’estremo difensore pacecoto.

Non ci si può appellare solamente alla sfortuna, è chiaro. Così come è chiaro che la tenuta psicologica non vada di pari passo a quella atletica, apparsa buona. Bene gli esterni: Bulades e Lo Bue, oltre al marcatore Blandina. Citazione a parte per il ragazzino Michele Marino (sulla carta d’identità 42 anni), in grado di mettersi a disposizione della squadra in maniera commovente e vicino al gol con una traversa (l’altro legno trovato da Bulades). Bisognerebbe (ri)partire dall’attaccamento di questo signorotto e trasmetterla inevitabilmente ai più giovani. Sfortunati sì, ma se il Paceco vuole mantenere la D ci vuole ben altro: che il mercato possa portare nuovo entusiasmo?

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