Non era mai successo, ma adesso ci tocca subire anche questo affronto! Si, Trapani all’ultimo, ripeto, ultimo posto della citta italiane come qualità della vita anno 2017 nell’indagine condotta dall’università La Sapienza per “Italia Oggi”. Tradotto: a Trapani si vive malissimo. Spiace dirlo, ma è così. Una situazione che non era facile, ma che in questi ultimi mesi si è particolarmente aggravata e che, purtroppo, rischia un ulteriore passo indietro. Ci salviamo, ma come provincia, nell’indagine, i dati sono riferiti al 2016, fatta dal Sole 24 ore, il giornale della confindustria che vede la nostra provincia risalire di cinque posizioni, al 91 posto, precedendo le siciliane Palermo, Caltanissetta, Siracusa.

Ma torniamo a Trapani. Chiariamo: la nostra città negli anni, anche quelli targati Fazio, non è mai stata in testa e neanche a metà classifica, ci siamo sempre barcamenati tra gli ultimi posti: dal 93 al 98, ma mai ultimi. Adesso abbiamo raggiunto anche questo traguardo. Siamo ultimi, comunque insufficienti, per quanto riguarda affari e lavoro, ambiente, disagio sociale e personale, servizi finanziari e scolastici, sistema salute, tempo libero, tenore di vita.

Le cause, le colpe? Le cause sono addebitabili a questa classe politica, non solo quella locale, seppur maggiormente responsabile, ma anche regionale e nazionale. Le colpe sono anche nostre che questa classe politica abbiamo mandato al governo, sia locale che regionale e nazionale. Qualche mese fa avevamo avuto la possibilità di riscattarci, l’abbiamo volutamente, incoscientemente sprecata e i frutti di questa scellerata volontà di autocastrazione la stiamo vedendo e subendo con gli esiti dell’arrivo a Palazzo D’Alì del commissario straordinario. Trapani è una città terziaria, la sua industria più grande è il turismo, legato non solo alla città ma anche al territorio di tutta la provincia. Il suo ruolo non può che essere di capofila.

Qualcuno, pardon chi dalla Regione è stato mandato a Palazzo D’Alì ad assumere il ruolo di Sindaco, Giunta e Consiglio, insomma un potestà dei tempi moderni, ha deciso di mettere in discussione questo ruolo di capofla, ma soprattutto la “materia” che determina lo sviluppo economico della città, così il “nostro” commissario, l’ex magistrato Messineo, ha dapprima deciso di non aderire al co-marketing sull’aeroporto di Birgi mettendo, a causa delle motivazioni giuridiche avanzate per giustificare la scelta a rischio addirittura la stessa sopravvivenza dell’aeroporto civile. Ci risulta, infatti, che nei giorni scorsi il commissario ha scritto una seconda lettera mandata alla regione, ma anche a Bruxelles, di conferma della sua decisione aggiungendo altre connotazioni giuridiche; questo ha avuto come conseguenza che alcuni, ma il numero è in aumento, dei sindaci firmatari temendo possibili incriminazioni stiano decidendo di ritirare la loro firma. Le conseguenze sono facili da immaginare.

Ma al dott. Messineo tutto questo non è bastato e siccome bisogna “colpire” il turismo ha preso una seconda decisione: uscire anche dal Distretto turistico della Sicilia Occidentale del quale Trapani era uno dei fondatori. Nessuna motivazione giuridica questa volta, ma una decisione politica. Ad avviso del commissario i soldi che ogni anno i comuni aderenti versano per l’attività del Distretto sono sprecati. Il dott. Messineo sino a poco tempo fa svolgeva, a Palermo, il ruolo di Procuratore della Repubblica e non crediamo che si occupasse del turismo e dei suoi risvolti, men che meno del turismo in provincia di Trapani. Quale fosse l’attività del distretto e con quali risultati ci rifiutiamo di credere l’abbia potuto apprendere nei pochi mesi di commissariamento a Trapani. Quindi una decisione politica. Ci piacerebbe conoscere approfonditamente i motivi di questa scelta.

A queste due scelte del commissario potremmo aggiungere la gestione ordinaria dell’Ente Comune, ma i cittadini la conoscono bene vivendola ogni giorno. E’ per bene rimarcare che l’arrivo di un commissario è causa della deliberata scelta della maggioranza dei trapanesi che il 25 giugno non sono andati a votare raccogliendo l’invito dei dirigenti di quei partiti che alle elezioni erano stati sconfitti e non erano andati al ballottaggio. E, non possiamo certo dimenticare chi al ballottaggio poteva andare ma che con deliberata scelta ha voluto far pagare ai trapanesi – quelli che diceva di amare – le sue responsabilità giudiziarie. E’ a questi signori che dobbiamo dire grazie se oggi siamo fanalino di coda in Italia.

ALDO VIRZI’

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