Io penso che un candidato sindaco, tra le tante altre doti, dovrebbe parlare discretamente una lingua (inglese, francese o arabo ). Città come Trapani, Erice, Marsala, Selinunte, Favignana hanno un alta densità turistica.
La porrei come condizione per l’ammissibilità della candidatura. Ma ciò non è previsto, non è possibile e tutto è affidato alla selezione dell’elettore, spesso pecora inconscia.
E se la conoscenza di una lingua straniera pare sia marginale, almeno l’italiano?
Avete letto o sentito ”l’italiano della Toscano o della Montalto”, avete sentito la esposizione, le esternazioni di alcuni candidati? Vien la pelle d’oca.
Lascio perdere la consecutio temporis, tralascio la competenza progettuale.
Candidarsi a sindaco di un comune,città,paese non è la stessa cosa di candidarsi a puliziere dei cessi dei bagni pubblici.
Con tutto il sincero rispetto di questa branca di onesti e ‘’coscienti’’ lavoratori.
Peppe Bologna
-N.B. – Lo scritto di Peppe Bologna, corrisponde al pensiero del suo autore e non necessariamente alla linea editoriale del giornale.
f.to Il direttore responsabile
Leave a Reply